Non si tratta soltanto della rinnovata veste grafica, ma di importanti implementazioni dell’applicazione, quali la chat che la sala operativa ricevente può attivare con la/il segnalante e la possibilità di scambiare anche file multimediali, come immagini, video e audio. Tutto questo consente all’operatore di polizia di avere in tempo reale un quadro il più completo possibile della situazione, per interventi più tempestivi e una tutela più efficace della vittima.
«Le innovazioni apportate a Youpol», dichiara il ministro Luciana Lamorgese, «rendono l’app uno strumento concreto ancora più efficace a tutela di chi si trova in situazioni di fragilità o di pericolo come le donne che subiscono violenza, un fenomeno gravissimo che ha registrato nel 2021 un aumento dell’8% delle vittime di femminicidio».
Tra le novità dell’applicazione, che ha registrato 1.869 segnalazioni sull’intero territorio nazionale dalla sua implementazione avvenuta il 28 marzo 2020, c’è la possibilità, per chi la usa, di nascondere l’attività svolta con l’app. Una funzionalità pensata, come spiega la Polizia di Stato, principalmente per le vittime di violenza di genere, per evitare il rischio che la loro segnalazione venga scoperta da chi, come il maltrattante, controllasse lo smartphone.
Anche la funzionalità di geolocalizzazione cambia, diventando bidirezionale, nel senso che non soltanto la sala operativa, come nella precedente versione dell’app, localizza il segnalante, ma questo a sua volta può vedere qual è l’ufficio di Polizia più vicino, cliccando su “Dove siamo”.
Youpol, dedicata anche alle segnalazioni di episodi di spaccio di droga e di bullismo, offre inoltre la possibilità di segnalare in forma anonima, e di chiamare tramite l’app il numero unico di emergenza 112 (NUE 112) o, nelle zone dove non è ancora attivo, il numero 113 della Polizia di Stato.
Gratuita, è scaricabile sia su sistemi IoS che Android.
Fonte: www.interno.gov.it
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