A difesa dell’automobilista vi è un’esame ematico non lineare che darebbe credito al susseguirsi dei fatti raccontati dall’imputato.
Secondo il Procuratore generale, quella raccontata è solo una “storiella”, che tuttavia non convince nemmeno la Suprema Corte che afferma essere stata presentata “una tesi difensiva non supportata dal vaglio di alcun testimone, né attraverso alcun diverso valido riscontro probatorio, non surrogabile logicamente con l’argomento utilizzato dal giudicante sull’andamento a parabola dei valori attestanti la presenza del sangue”.
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