Insomma, se il giorno prima coordinava, controllava e magari rimproverava, il giorno dopo, “volta la carta”, si era ritrovato in subordine oggetto lui stesso di coordinamento e controllo. Dicendola alla Zygmunt Bauman, anche le cose della pubblica amministrazione sono oramai diventate assai “liquide”.
Paradosso di un sistema gerarchico? Forse sarebbe più corretto parlare di fragilità di un ordinamento (quello della polizia locale), formalmente rigido ma nei fatti malleabile, se non sempre più duttile alle istanze politico-amministrative del momento (nel bene come nel male). Così, organismi dotati di poteri di polizia – i Corpi di Polizia Locale, appunto – possono vedere modificata non solo la catena di comando, ma addirittura la struttura organizzativa con una procedura rapida e priva di qualsiasi controllo di legittimità esterno.
Incominciamo col dire che lui, l’ispettore superiore di un Corpo di Polizia Locale del Lazio, ha fatto ricorso al TAR e lo ha anche vinto. Ma quello che questa vicenda ci ripropone è la debolezza di un sistema che oggi ingloba complessivamente in Italia più di sessantamila addetti, in gran parte armati e dotati di poteri di sanzione, prevenzione e repressione dei reati. Un sistema che, peraltro, ha fatto il suo ingresso dirompente nelle moderne strategie di sicurezza urbana nell’ambito delle quali si è ritagliato un posto di tutto rispetto…
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