Ancora sui box dissuasori di velocità

Maurizio Marchi 3 Luglio 2013
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Come oramai tutti sanno, esistono in commercio dei box che, posizionati in centro abitato (dove nella quasi totalità dei casi non è possibile la postazione fissa senza pattuglia), hanno un effetto dissuasivo con conseguente riduzione della velocità media.
Passato però il primo spavento, quando l’automobilista capisce che il “box è finto” (cioè non c’è l’apparecchiatura per il controllo della velocità), la velocità torna a salire.
E così si cerca di porre rimedio con la presenza della pattuglia che, a rotazione, utilizza l’autovelox. Ma qui si pone il problema del preavviso della postazione e della visibilità. Con una risposta ad un quesito che non mancherà di far discutere (e che si ha motivo di dubitare possa resistere a lungo alla giurisprudenza), il MIT (prot. 1561 del 13 marzo 2013) precisa che non è necessario che la pattuglia sia visibile nei pressi dell’apparecchiatura potendo essere, sempre secondo la singolare interpretazione ministeriale, anche nelle immediate vicinanze.

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