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Con la circolare n. 5072 del 16 aprile 2025, il Ministero dell’Interno ha richiesto agli enti locali una mappatura completa dei dispositivi di controllo remoto della velocità (autovelox e simili) utilizzati sul territorio. L’iniziativa si inserisce nell’ambito di un nuovo schema di decreto, in preparazione presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, volto a ridefinire i requisiti di omologazione di questi strumenti. La scadenza per l’invio dei dati è fissata al 31 maggio. Obiettivo: maggiore trasparenza, omogeneità normativa e legalità dei controlli.
Una ricognizione nazionale per fare chiarezza
Con la circolare del 16 aprile 2025, prot. n. 5072, il Ministero dell’Interno ha dato ufficialmente avvio a un processo di ricognizione nazionale dei dispositivi di controllo da remoto delle violazioni dei limiti di velocità, con esclusione degli strumenti in dotazione agli organi di polizia stradale dello Stato. Si tratta, a tutti gli effetti, di un censimento mirato a raccogliere dati concreti su quanti e quali autovelox sono attualmente installati e in funzione presso enti territoriali e locali, con particolare attenzione al regime di approvazione e omologazione degli stessi.
L’iniziativa risponde alla richiesta avanzata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che sta predisponendo uno schema di decreto volto a ridefinire i requisiti tecnici e giuridici di omologazione di tali dispositivi. L’obiettivo, nemmeno troppo implicito, è duplice: da un lato, garantire l’affidabilità e la legittimità degli strumenti impiegati nel monitoraggio della velocità su strada; dall’altro, armonizzare un quadro normativo attualmente frammentato e non sempre uniforme su scala nazionale.
Un passaggio chiave verso la riforma dei controlli
Nel concreto, la circolare invita le Prefetture e gli Uffici Territoriali del Governo, per ciascun ambito di competenza, a raccogliere e trasmettere le informazioni richieste entro il 31 maggio 2025, utilizzando una specifica scheda allegata. Viene chiesto di coinvolgere tutti i soggetti interessati, cioè gli enti proprietari delle strade – Comuni, Province e Regioni – che utilizzano dispositivi di rilevamento automatico della velocità.
La scelta di escludere gli organi di polizia statale suggerisce che l’attenzione sia rivolta soprattutto all’utilizzo dei dispositivi da parte degli enti locali, spesso al centro di polemiche per l’uso improprio – o comunque contestato – degli autovelox come strumenti di mera imposizione sanzionatoria e non di prevenzione reale degli incidenti stradali. Con questa mappatura, le autorità centrali avranno finalmente un quadro aggiornato della situazione nazionale e potranno intervenire, se necessario, con disposizioni più stringenti o correttive.
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Velox e controlli su strada
Oggi gran parte delle violazioni in materia di circolazione stradale viene accertata con strumenti elettronici che, di fatto, si sostituiscono all’operatore su strada. Sul piano normativo il legislatore è intervenuto costantemente sul tema, ma in modo spesso non coerente.Da un lato ha ampliato i casi in cui la contestazione immediata non è necessaria, attraverso l’impiego di strumenti debitamente approvati; dall’altro ha introdotto una serie di adempimenti e limitazioni, in particolare per l’accertamento delle violazioni dei limiti di velocità, che hanno reso estremamente difficoltosa l’attività degli organi di polizia e delle amministrazioni locali.Dopo la sentenza della Corte Costituzionale sulle verifiche della taratura, alla quale hanno fatto seguito il D.M. n. 282/2017 e la Direttiva Minniti, siamo giunti alla questione della omologazione dei dispositivi di controllo della velocità (ordinanza Cassazione n. 10505/2024) ed al nuovo Decreto MIT 11.4.2024 (G.U. n. 123 del 28.5.2024) emanato in attuazione dell’articolo 25 della Legge n. 120/2010.Il quadro che ne deriva è caratterizzato da incertezza operativa e incomprensioni procedurali, interpretazioni dottrinali e giurisprudenziali talvolta difformi tra loro e che, anche per questo, sono la causa dell’insorgere di un contenzioso sempre più intenso e complesso.Questa guida offre un’attenta analisi dell’evoluzione normativa e dei principi generali che regolano l’accertamento e la contestazione delle violazioni mediante i dispositivi tecnologici a disposizione delle Polizie locali, per poi passare all’esame dei singoli casi, alla luce della più affermata giurisprudenza e della prassi ministeriale, mettendo in luce ogni criticità e proponendo le soluzioni più adeguate ai singoli casi.Massimo AncillottiGià comandante di PL laureato in giurisprudenza e avvocato. Autore e coautore di libri e pubblicazioni su CdS, polizia giudiziaria e altre materie di competenza della polizia locale.Giuseppe CarmagniniResponsabile dell’ufficio Contenzioso e supporto giuridico per la PL del Comune di Prato. Autore di libri, monografie, approfondimenti sul CdS, è docente accreditato presso molte scuole regionali.
Massimo Ancillotti, Giuseppe Carmagnini | Maggioli Editore 2025
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