Magistrato chiede di togliere la multa: condannato

Un magistrato viene multato per aver parcheggiato su un marciapiede e inveisce contro l’agente di Polizia Municipale, chiedendo di togliere la multa. La Corte di Cassazione non potendo condannare il magistrato per ingiuria, in quanto la parte offesa non aveva presentato querela, ritiene comunque rilevante l’accertamento sul fatto storico avvenuto tra il Magistrato e l’Agente

29 Settembre 2016
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Un magistrato viene multato per aver parcheggiato su un marciapiede e inveisce contro l’agente di Polizia Municipale, chiedendo di togliere la multa.

La Corte di Cassazione non potendo condannare il magistrato per ingiuria, in quanto la parte offesa non aveva presentato querela, ritiene comunque rilevante l’accertamento sul fatto storico avvenuto tra il Magistrato e l’Agente. Il Magistrato viene sanzionato disciplinarmente dal Consiglio Superiore della Magistratura per aver violato, in qualità di rappresentante dell’ordine giudiziario, i doveri di correttezza, diligenza, laboriosità, riserbo ed equilibrio.

Il d.lgs. 23 febbraio 2006, n. 109, difatti, nell’indicare i requisiti con cui il Magistrato deve esercitare la sua funzione individua delle clausole generali a cui ogni Magistrato deve ispirare la sua condotta di cittadino anche al di fuori delle sue funzioni e in tale contesto, è principio consolidato quello secondo cui l’archiviazione in sede penale non preclude una autonoma valutazione e una autonoma rilevanza dei medesimi fatti in sede disciplinare e una loro valutazione anche più rigorosa.

Leggi la SENTENZA della Corte di Cassazione, 22.9.2016, n. 18564

 

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