Dagli OPG alle REMS

Raffaella Bianchi 2 Aprile 2015
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Entro il 31 marzo 2015 saranno chiusi tutti gli O.P.G., ossia gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, istituiti a metà degli anni ’70 in sostituzione dei manicomi criminali; al 30 giugno 2010 erano accolti un totale di 1.547 ospiti. Ricordiamo che gli O.P.G. sono strutture che custodiscono persone che hanno commesso crimini e che sono stati dichiarati incapaci di intendere e volere, in base all’art. 222 C.P.

Si rammenta che l’incapacità  di “intendere” e “volere” è sempre da considerare insieme:

la capacità d’intendere significa capire il significato e le conseguenze delle proprie azioni;

la capacità di volere esprime il riuscire a controllare le proprie azioni.

Quindi, in questi casi, il giudice chiede al perito se l’imputato è incapace di intendere e di volere.

Nei casi più complessi la perizia è affidata ad un collegio di periti.

Se il soggetto è giudicato incapace, non è ovviamente lasciato libero per ovvi motivi di pericolosità. La sua “pena” è l’O.P.G.

Oggi ci sono più di 1000 “ospiti”, alla fine rimarranno circa 400 “non dismissibili”, perché sono

malati di mente, delinquenti, pericolosi. Per loro si sono istituite le R.E.M.S., Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza. Per l’Emilia-Romagna, ce ne saranno una a Bologna e una a Parma, ognuna con 14 ospiti. Sono luoghi di contenzione, protetti, non si può ovviamente uscire. Ci sono medici, assistenti sociali, psicologi, infermieri; non si fa psicoterapia.

La differenza sostanziale è che gli O.P.G. erano subordinati al Ministero della Giustizia, mentre le R.E.M.S. sono di competenza del Ministero della Salute.

Nelle REMS ci sono: psicotici schizofrenici, borderline molto gravi, pazienti che hanno anche dipendenza grave da vari tipi di sostanza. Il minimo comune denominatore di queste persone è la mancanza di controllo (discontrollo) degli impulsi, l’incapacità di controllare le proprie azioni.

 

Manuela Bellelli

 

 

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