Il parere del Consiglio di Stato sul Documento unico di circolazione

Pubblichiamo il parere n. 877 dell’11.4.2017 del Consiglio di Stato, in cui si tratta dell’introduzione del Documento unico di circolazione. Perplessità per la mancata unificazione delle banche dati di PRA e ANV.

 

Marco Vitali 27 Aprile 2017
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Lo schema del decreto con cui verrà introdotta, dal 1° luglio 2018, la nuova carta di circolazione per gli autoveicoli, (che raccoglierà i dati oggi contenuti anche nel certificato di proprietà) è stato sottoposto all’esame del Consiglio di Stato. Parere favorevole per la per la semplificazione dei rapporti fra amministrazione e cittadino, che porterà ad un taglio dei costi di produzione, archiviazione e controllo.

Bene anche il superamento del un doppio sistema d’archivio, costituito da due entità non comunicanti e non allineate che non trovava alcuna giustificazione se non quella di sottendere al rilascio di due diversi documenti, “con conseguente introduzione di un’unica modalità di archiviazione finalizzata al rilascio di un documento unico contenente i dati di proprietà e di circolazione di autoveicoli, motoveicoli e rimorchi, da perseguire anche attraverso l’eventuale istituzione di un’agenzia o altra struttura sottoposta alla vigilanza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti”.

Le perplessità del consiglio di Stato. Perplessità invece per quanto riguarda la mancata unificazione delle due banche dati: il Pubblico registro automobilistico (PRA) gestito da ACI e l’Archivio nazionale dei veicoli (ANV) gestito dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. In questo senso lo schema di decreto dispone unicamente un trasferimento di funzioni amministrative, senza intervenire sugli archivi che restano separati.

Conclusioni. Non sarebbe infine sufficientemente dimostrato che il decreto sia idoneo a ridurre i costi attuali, in particolare per quanto riguarda gli oneri a carico degli utenti. Questo è in particolare legato alla mancata unificazione di cui sopra.

Consulta il Parere n.877 dell’11/4/2017 del Consiglio di Stato

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