Non è intenzione di chi scrive giudicare/criticare il provvedimento, ma forse “tanto tuonò che piovve”, cioè tanto hanno rumoreggiato gli enti locali incapaci di risolvere il problema che la questione è stata decisa con decreto legge.
“Tanto tuonò che piovve” fu pronunciato da Socrate dopo che la moglie, non contenta di averlo inutilmente redarguito, gli rovesciò in testa un pitale di acqua (qualcuno dice di urina).
E in questo senso, il “tanto tuonò che piovve”, sembra proprio calzare alla perfezione per quanto sta accadendo ai colleghi della provinciale, dopo il Decreto Legge 78 di pochi giorni fa che all’art. 5 ha ufficializzato la “chiusura” delle polizie provinciali.
Come già detto non si intende fare un critica, ma porre solamente alcune questioni.
Leggiamo che gli enti locali non potranno assumere appartenenti alla polizia locale se prima non saranno stati riassorbiti tutti i “provinciali”.
Bene: facendo fatica ad immaginare uno spostamento immediato di massa, tenuto conto dei patti di stabilità, blocchi, ecc ecc, immaginiamo che il passaggio avverrà gradualmente, a mano a mano che si liberano dei posti.
Ed allora: quanto tempo sarà necessario affinchè, a solo titolo di esempio, siano riassorbiti gli oltre 100 appartenenti alla Polizia Provinciale di Perugia? Anni? Decenni?
E nel frattempo, prendendo invece ad esempio un Corpo più piccolo, a mano a mano che i componenti il Corpo o Servizio “transitano” negli altri enti locali, uno alla volta, piano piano, cosa fanno quelli che restano?
Magari se ne va quello dell’ufficio sanzioni, oppure uno del servizio caccia, oppure un ufficiale.
Quelli destinati a rimanere si ritroveranno soli davanti allo specchio, uno per turno, a chiedersi cosa riserverà loro il futuro e nell’impossibilità di organizzare un turno esterno?
Chissà!
Maurizio Marchi
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