Irrilevante – secondo i magistrati della Cassazione – il fatto che «il coltello era stato ritrovato all’interno del vano portaoggetti dell’auto di proprietà del cognato» dell’uomo finito sotto accusa. Questo dettaglio è ritenuto secondario, poiché, pur mancando «l’elemento intenzionale», è sufficiente che «la condotta sia stata posta in essere per negligenza», come in questo caso.
A salvare l’uomo è il riconoscimento della «non punibilità per particolare tenuità del fatto». Su questo punto i giudici della Corte osservano che «il fatto addebitato, sebbene non inoffensivo, presenta i caratteri della particolare tenuità perché trattasi di comportamento non abituale e di modesta entità – come si desume anche dalla pena pecuniaria – posto in essere da soggetto incensurato».
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