Un farmaco contenente etanolo può scagionare l’automobilista dalla guida in stato di ebbrezza?

Corte di Cassazione, sentenza n. 33769/2017: la corte esamina il caso di un uomo, condannato per guida in stato di ebbrezza, che sostiene di essere stato trovato oltre il limite solo a causa di un farmaco contenente etanolo

19 Luglio 2017
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Oltre il limite, con un tasso alcolico di 1,77 g/l alla prima rilevazione e ben 2,00 g/l alla seconda, viene condannato per guida in stato di ebbrezza ai sensi dell’articolo 186, commi 2 c) e 2-bis.

L’uomo si difende in Cassazione sostenendo che la rilevazione sarebbe stata influenzata a causa di un farmaco, in particolare un farmaco per gli occhi, che egli avrebbe assunto prima di mettersi alla guida. A sostegno di tale tesi porta in tribunale anche la prescrizione medica relativa (risalente comunque a tre anni prima del fatto).

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I giudici procedono al respingimento del ricorso e alla conferma della condanna, notando come la prescrizione medica di un farmaco non costituisca prova della avvenuta assunzione dello stesso nelle vicinanze temporali del reato.

Inoltre la certificazione medica non può certo bastare come prova liberatoria, in particolare qualora non sia verificato che la sostanza sia sufficiente da sola a determinare l’elevato tasso alcolemico rilevato.

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