La depressione non basta a sostenere l’incapacità di intendere e volere
A sua difesa l’imputata sostiene di essere stata, ai tempi del sinistro, in cura per depressione. L’alcool ingerito, un bicchiere di sambuca “per farsi forza”, sarebbe stato assunto a causa della malattia in un momento di presunta incapacità di intendere e volere. I giudici della Cassazione proseguono al respingimento del ricorso: a fronte della doppia conferma di condanna non è proponibile la valutazione di un’ulteriore censura sul fatto e sull’apprezzamento probatorio.
La depressione, insomma, non è un valido motivo per mettersi alla guida ubriachi.
Consulta la Sentenza n. 16024, pubblicata il 30.3.2017, Corte di Cassazione
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