Un bicchiere di sambuca per la depressione? Non vale come esimente

Marco Vitali 6 Aprile 2017
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Colta alla guida in stato di ebbrezza, riporta nei test un tasso alcolico fra gli 0,8 e gli 1,5 g/l. Condannata conseguentemente per “Guida sotto l’influenza dell’alcool“, ai sensi dell’articolo 186, comma b e 2-bis (aggravante per aver provocato un incidente stradale), presenta ricorso in Cassazione.

La depressione non basta a sostenere l’incapacità di intendere e volere

A sua difesa l’imputata sostiene di essere stata, ai tempi del sinistro, in cura per depressione. L’alcool ingerito, un bicchiere di sambuca “per farsi forza”, sarebbe stato assunto a causa della malattia in un momento di presunta incapacità di intendere e volere. I giudici della Cassazione proseguono al respingimento del ricorso: a fronte della doppia conferma di condanna non è proponibile la valutazione di un’ulteriore censura sul fatto e sull’apprezzamento probatorio.

La depressione, insomma, non è un valido motivo per mettersi alla guida ubriachi.

Consulta la Sentenza n. 16024, pubblicata il 30.3.2017, Corte di Cassazione 

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