Nell’ultimo anno è esploso un nuovo fenomeno che ha messo in difficoltà gli organi di polizia stradale che si sono sempre più di frequente trovati a controllare veicoli immatricolati all’estero, quasi sempre in Romania e Bulgaria, ma talvolta anche in Albania o Estonia che, ad un accertamento sul telaio sono risultati immatricolati anche in Italia.
La finalità di tale pratica è evidente ed è stata più volte ingenuamente confessata dai conducenti, quasi sempre stranieri residenti in Italia e spesso intestatari anche dell’immatricolazione italiana e estera. Ovviamente, negli Stati dove i veicoli vengono fittiziamente esportati, reimmatricolati e reimportati come veicoli usati, i pressi dell’assicurazione sono molto convenienti, le tasse di circolazione (semmai sono pagate) sono basse e poi c’è il vantaggio di sparire agli occhi del fisco e degli occhi elettronici disseminati sulle strade italiane per l’accertamento delle violazioni…
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