Nel presentare ricorso in Cassazione l’imputato con due motivi aveva evidenziato quanto segue:
- A suo dire la Corte d’Appello aveva erroneamente ritenuto sussistente l’abitualità della condotta di maltrattamenti, senza considerare che i fatti si erano svolti nell’arco di un ridotto periodo di convivenza;
- Ai fini della configurazione del reato di maltrattamenti nei confronti di un minore è necessario che questi abbia la capacità di percepire il clima di oppressione indotto dalla condotta illecita per cui avendo il figlio della sorella all’epoca dei fatti solo tre mesi di vita, non poteva essere nella condizione di subire conseguenze traumatizzanti.
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