Mondo giovanile e polizia locale: riflessioni e spunti per comunicare la legalità

Barbara Riva 18 Giugno 2012
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Possono essere innumerevoli gli argomenti e gli aspetti da trattare per intraprendere con gli adolescenti ed i giovani percorsi formativi dedicati alla legalità e alla convivenza civile, ma più che i singoli temi da affrontare, appare strategico basare l’attenzione sull’approccio da utilizzare per veicolare principi e norme che li facciano riflettere.

 

Urge dialogare con gli adolescenti ed i giovani, entrare nella loro mentalità ed utilizzare efficaci linguaggi per colmare una grande ignoranza rispetto a questi aspetti, dovuta, in particolare, alla mancanza di regole e all’importanza del loro rispetto, che negli ultimi anni sembra aver caratterizzato le forme educative. Gli adolescenti ed i giovani di oggi sono il frutto di un’epoca in cui il “no” è andato poco di moda, dove sono stati fissati pochi confini certi (quei confini, eventualmente oltrepassabili, ma adottando un comportamento “consapevolmente” trasgressivo), dove alcuni genitori sono forse apparsi troppo spesso più preoccupati di fare loro da amici, che da primi educatori …, dove molte istituzioni, per aspetti diversi, si sono dimostrate deboli, …

 

Più che attivare ambiziosi percorsi formativi da svolgere in poche ore, con un target di popolazione quale quello in esame, che, comunque, sta vivendo forme di disagio legate all’età evolutiva, agli aspetti psicologici e sociali, le quali, in alcuni casi, possono anche essere particolarmente complesse, sarebbe importante riuscire a dialogare, sia pur entro i ristretti tempi che la polizia locale può passare in aula, sul tema del rispetto di se stessi e degli altri, della cura degli spazi e degli ambienti, della norma, puntando, con decisione, al principio di assunzione di responsabilità e facendo sentire i giovani coinvolti nel percorso in prima persona. Il tema della legalità va, infatti, anche a questa tipologia di utenti chiarito molto bene rispetto alla sua complessità, altrimenti, rischia di venire considerato come l’antidoto della grande criminalità, e non anche di tutti quei fenomeni di inciviltà, nonché di microcriminalità ai quali quotidianamente assistiamo, che rischiamo di considerare come normali.

 

Ci si ricordi che gli adolescenti ed  i giovani di oggi non sono stupidi, tutt’altro, sono solo troppo, ma non sempre bene informati e che, quindi, hanno bisogno di educatori disposti a chiarire le loro parziali conoscenze sui più diversi argomenti. Si parli di tutela e di rispetto del bene comune, e li si faccia riflettere sull’opportunità di un contenimento del fenomeno della soggettività imperante nella nostra società. Li si faccia riflettere sull’opportunità di recuperare le differenze che devono incorrere tra la vita privata e quella pubblica: le nuove generazioni sono figli di facebook, e, a volte, sembra non sappiano più distinguere tra cosa è privato e cosa no! A poco porta un percorso che presenta solo leggi!

 

Rimane, che l’ottica con la quale la polizia locale dovrebbe scendere in campo sia quella della rete, ovvero di considerare che il proprio sarà uno dei diversi momenti di riflessione sul tema proposto ai ragazzi, certa che, laddove la sinergia fra educatori ed istituzioni è più consolidata, maggiore sarà l’efficacia del proprio intervento.

 

www.barbarariva.it

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