Monopattini elettrici e obbligo del casco: illegittima l’ordinanza sindacale

Consiglio di Stato 8 ottobre 2024, n. 8079

11 Ottobre 2024
Allegati
Modifica zoom
100%

Indice


Il Consiglio di Stato, con sentenza n. 8079 dell’8 ottobre 2024, ha dichiarato illegittima l’ordinanza sindacale recante l’obbligo, per i conducenti di età maggiore di 18 anni dei monopattini a propulsione prevalentemente elettrica che circolano sulle strade comunali, di indossare idoneo casco protettivo.

La sentenza, basata sul principio di competenza legislativa esclusiva dello Stato in materia di sicurezza stradale (art. 117 Costituzione), chiarisce che i comuni non possono introdurre norme in materia di utilizzo del casco sui monopattini elettrici, in quanto non previsto dal Codice della Strada. La decisione sottolinea il ruolo dello Stato nel garantire una regolamentazione unitaria e coerente in tutto il territorio nazionale.

Nel codice della strada non è contemplata alcuna previsione in tal senso, non evincibile, peraltro, nè dall’art. 6, comma 4, del d.lgs. 30 aprile 1992, n. 285 che disciplina il potere dell’ente proprietario della strada di prevedere una serie di limitazioni alla circolazione stradale; né dall’art. 7 del citato d.lgs., che tipizza la possibilità, per i comuni, di introdurre, nei centri abitati, una serie di prescrizioni limitative della circolazione e della sosta. 

Il contesto normativo: poteri dei comuni e Codice della Strada


Negli ultimi anni, la crescente diffusione dei monopattini elettrici ha spinto le amministrazioni locali a cercare soluzioni normative per garantire una circolazione sicura di questi veicoli, soprattutto nei centri urbani. Tuttavia, l’ordinanza del Comune di Firenze, che introduceva l’obbligo del casco per i conducenti maggiorenni di monopattini elettrici, ha trovato un ostacolo nella recente sentenza del Consiglio di Stato, che ha stabilito la sua illegittimità per difetto di competenza normativa.
Il provvedimento fiorentino, emanato prima dal sindaco e successivamente dal dirigente comunale con un secondo atto, trovava giustificazione nelle previsioni degli articoli 6 e 7 del Codice della Strada (d.lgs. n. 285/1992), che assegnano agli enti proprietari delle strade e ai comuni la possibilità di introdurre limitazioni alla circolazione stradale. Tuttavia, il Consiglio di Stato ha chiarito che tali articoli non consentono di imporre obblighi relativi all’uso del casco sui monopattini elettrici.
L’articolo 6, comma 4, del Codice della Strada, che conferisce agli enti proprietari delle strade il potere di regolamentare la circolazione, e l’articolo 7, che stabilisce le possibilità di limitazioni nei centri abitati, non possono essere interpretati come base normativa per l’imposizione del casco, poiché tale obbligo non rientra tra le limitazioni consentite dal legislatore.

Il principio di competenza esclusiva statale in materia di sicurezza stradale


Il cuore della sentenza si fonda sul principio costituzionale della competenza legislativa esclusiva dello Stato in materia di sicurezza stradale, sancito dall’articolo 117 della Costituzione. La Corte ha ribadito che la sicurezza stradale è una materia di rilevanza nazionale, e come tale non può essere frammentata su base locale attraverso provvedimenti dei comuni.
La sentenza richiama dunque l’attenzione sulla necessità di un coordinamento tra i poteri locali e le disposizioni legislative nazionali in materia di sicurezza stradale, affermando che la sicurezza è un tema che deve essere affrontato in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale per evitare disomogeneità e conflitti normativi.

Ti consigliamo

FORMATO CARTACEO + ILIBRO

Vademecum per l’Operatore di Polizia

Lo scopo del libro è quello di fornire all’operatore di polizia, a qualunque organo appartenga, un “vademecum”, ossia un testo agile dove sono riuniti numerosi casi che appartengono al lavoro quotidiano, affrontati con un taglio diverso dai classici prontuari.Casi accomunati dal fatto che l’operatore di polizia, se non padroneggia bene la procedura operativa e se non adotta determinati accorgimenti, può vedersi addossa- te responsabilità di vario tipo, penali, civili, amministrative, con esiti anche gravi a proprio carico. Gli oltre 30 casi pratici analizzati nel volume sono così strutturati:• il quadro normativo di riferimento;• la procedura operativa;• gli accorgimenti da seguire;• i rischi e le tutele. L’opera, pertanto, rappresenta un utilissimo strumento di lavoro che guida, supporta, fornisce consigli e che può servire ad evitare conseguenze negative, tenuto conto che casi pur semplici di per sé, dal punto di vista del quadro normativo e delle attività formali, possono però degenerare in situazioni complesse da gestire. Una sezione dell’opera, infine, è appositamente dedicata ai rischi dell’operatore di polizia, ai reati dei quali può essere accusato, al procedimento disciplinare e alle possibili tutele. Sergio BedessiGià comandante di Polizia Locale in varie città italiane, Presidente del Centro Documentazione Sicurezza Urbana e Polizia Locale (CEDUS), autore di libri e articoli in materia di sicurezza e polizia locale, docente in corsi di formazione anche universitari

Sergio Bedessi | Maggioli Editore 2023

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento