Gli addetti ai lavori già sanno che il patentino consentiva la guida di ciclomotori solamente in Italia in quanto non vi era alcun accordo di reciproco riconoscimento né a livello comunitario, né tanto meno a livello internazionale.
Con la nuova direttiva comunitaria si introduce, per tutto il territorio dell’Unione Europea l’obbligo di conseguire la patente di guida AM per chiunque intenda condurre ciclomotori, fissando l’età minima a sedici anni. Attenzione però: è fatta salva la possibilità dei singoli Stati di abbassare l’età minima a quattordici anni, ma fino al compimento del sedicesimo anno di età il titolo di guida vale solo all’interno dello Stato che lo ha rilasciato.
Si tratta evidentemente, quella della facoltà di abbassare l’età a quattordici anni, di una possibilità concessa per non stravolgere le abitudini di guida in quegli Stati, come l’Italia, dove praticamente da sempre il quattordicenne può condurre il ciclomotore.
Poco importa però l’età minima, sedici o quattordici come invece avviene in Italia; quello che conta, e qui sta la rivoluzione, è che fra poche settimane chi intende guidare un ciclomotore ha due possibilità:
1) aver conseguito patentino (CIG) prima della fatidica data (sono fatti salvi i diritti acquisiti)
2) aver conseguito patente AM che, fino al sedicesimo anno di età consente la guida di ciclomotore solo in Italia. Poi dal sedicesimo anche negli altri stati UE
Ed corsi presso le scuole?
C’è da dire che i programmi per conseguire il patentino sono diversi rispetto a quelli della patente AM, per cui il materiale fino ad ora utilizzato sarà utile solo come “normale” educazione stradale.
Per conseguire la patente AM il candidato si potrà presentare a sostenere l’esame come per le altre categorie di patenti: tramite autoscuola o come privatista.
Viene quindi, di fatto, e salvo modifiche dell’ultima ora, meno la funzione delle scuole. Infatti se oggi per conseguire patentino è indispensabile avere un certificato di frequenza corso che può essere rilasciato da autoscuola oppure da scuola, “domani” quel certificato non sarà più richiesto.
Cosa potranno fare le scuole? Educazione stradale; ed in questo termine comprendiamo anche, eventualmente, lezioni di preparazione per consentire ai ragazzi di presentarsi come privatisti agli esami. Ma con quali risorse? Attenzione però! Non deve trattarsi di attività che possa essere assimilata a quella dell’autoscuola, perché in tal caso vi sarebbero pesanti sanzioni.
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