Ordinanza-ingiunzione da annullare se la violazione dell’orario di chiusura di un esercizio commerciale è disposto dal regolamento comunale

Vincenzo Giannotti 15 Marzo 2021
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Il regolamento comunale e, tanto meno le norme regionali, possono intervenire sugli orari di chiusura e apertura degli esercizi commerciali, essendo la competenza rimessa in via esclusiva alla competenza dello Stato. Pertanto, una ordinanza-ingiunzione irrogata dal Sindaco, per violazione dell’orario di chiusura di un esercizio commerciale stabilito nel regolamento comunale, è nulla in quanto posta in violazione del principio della competenza. Sono queste le indicazioni della Cassazione (ordinanza n. 6895/2021) che, in riforma della sentenza del Tribunale di appello, ha annullato una ordinanza – ingiunzione per violazione dell’orario di chiusura di un esercizio commerciale il cui orario era stato stabilito da un regolamento comunale.

La vicenda

Con ordinanza ingiunzione il Sindaco di un comune irrogava, ad un esercizio commerciale, una sanzione amministrativa di euro 530,00, per avere il titolare di una autorizzazione alla somministrazione di alimenti e bevande, non rispettato le indicazioni degli orari di apertura e chiusura contenute nel regolamento comunale approvato con deliberazione di Consiglio comunale. Il ricorso del legale rappresentante del pubblico esercizio non sortiva alcun effetto positivo tanto che, il giudice di pace e, successivamente il Tribunale, hanno confermato la sanzione amministrativa e hanno, altresì, condannato il titolare al pagamento delle spese di lite. Il Tribunale, in particolare, ha ritenuto infondata l’eccezione sollevata dall’esercente secondo cui, a seguito del d.l. n. 201/2011 (“c.d. decreto “Salva Italia”), era stato modificato l’art. 3 del d.l. n. 233/2006 (c.d. “decreto Bersani”), con la conseguenza che sarebbe venuto meno il potere dei Comuni di regolare gli orari di chiusura delle attività di somministrazione di alimenti e bevande. Avverso la sentenza del Tribunale il titolare dell’esercizio commerciale ha proposto ricorso per Cassazione. Secondo il ricorrente, infatti, non era possibile la sanzione amministrativa essendo illegittimo e, perciò, da disapplicare il Regolamento comunale, per la disciplina dell’esercizio delle attività di somministrazione di alimenti e bevande, nella parte in cui imponeva agli esercenti il rispetto di fasce orarie di chiusura obbligatoria.

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