Poste evidenzia di essere concessionaria per legge del Servizio postale universale, nel cui alveo ricade a tutti gli effetti la notifica a mezzo posta degli atti giudiziari, e che, fino all’approvazione della legge annuale sulla concorrenza, i servizi oggetto della segnalazione erano riservati, cioè garantiti esclusivamente da Poste italiane. E questo a differenza di quelli non riservati, che sono forniti anche dagli oltre 3 mila operatori postali alternativi. «Con l’abrogazione della riserva a favore di Poste, le notificazioni possono essere fornite anche da altri operatori, ma restano senza dubbio alcuno nell’ambito del Servizio universale e, dunque, Poste italiane è titolata e obbligata a proseguire l’attività senza necessità di conseguire una licenza speciale, necessaria invece per i nuovi operatori alternativi. D’altro canto», continua la società, «una diversa interpretazione delle norme porterebbe alla paradossale conclusione che Poste, titolare degli obblighi del Servizio universale, avrebbe dovuto sospendere l’attività di notifica nelle more della definizione del quadro regolamentare di riferimento, generando innegabili quanto gravi ripercussioni sul funzionamento del sistema giudiziario italiano».
L’azienda ha ribadito che non è vi è stato alcun aumento delle tariffe dei servizi di notificazioni a mezzo posta: una circostanza confermata dalla delibera Agcom dello scorso luglio.
Selezione di articoli tratti dai principali quotidiani nazionali – Servizio in collaborazione con Mimesi srl
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