E’ fuori di dubbio che i bambini delle scuole primarie risultino tra i più ricettivi. Essi rispondono sicuramente in modo più puntuale alle sollecitazioni di modificazione dei comportamenti rispetto ai ragazzi e ancor più agli adulti, perché sono nel pieno dello sviluppano delle loro capacità di apprendimento, stanno prendendo coscienza delle loro risorse e difficoltà e, al contempo amano migliorarsi.
Questi interlocutori inoltre hanno un vantaggio: ancora sono solo indirettamente influenzati da miti e status symbol perché non vivono “la moto” o “la macchina” come identificazione di un proprio status e, soprattutto, perché hanno ancora grande fiducia negli adulti.
Con questi bambini, che si differenziano comunque, in termini di apprendimento, a seconda dell’età (e soprattutto dell’andamento dell’individuale sviluppo psico-fisico), si possono proporre veri e propri percorsi formativi, persino quelli aventi come tema un argomento tecnico quale quello della strada.
L’importante è che ogni questione venga con loro affrontata in modo persuasivo. La strada, pertanto, può essere presentata come un “luogo” che permette e ha permesso alle persone di “raggiungersi”, quindi un “contesto di comunicazione”, che porta alla formazione delle “reti stradali”, alla comunicazione fra popoli, territori, economie, …. Essendo una via di comunicazione per tutti, essa dedica ad ogni tipologia di utente parti della sua estensione (marciapiede, piste ciclabili, corsie, ecc.).
In ciascuna di queste, l’utente (pedone, ciclista, ciclomotorista, automobilista, ecc.) deve seguire precise regole di comportamento. Per interagire con mezzi e persone, essa “è dotata di propri codici e linguaggi”, che l’utente deve capire e fare propri …
Affinché i bambini collaborino per intraprendere la scoperta della strada, le attività formative devono essere proposte in modo “affascinante”. E’ bene puntare sulle stimolazioni: i bambini a partire dai sei/sette anni iniziano infatti a cogliere il simbolismo, ma hanno bisogno di avvicinarlo facendo esperienze dirette, partecipando a percorsi di ‘esplorazione e scoperta’.
Altro elemento su cui far leva è quello della motivazione. I bambini devono sentirsi coinvolti, co-protagonisti del percorso educativo. Per renderli partecipi è quindi strategico intraprendere vere e proprie conversazioni con loro sul tema in questione.
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