Tempi duri per le “guardie del corpo”

Maurizio Marchi 8 Ottobre 2013
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Da quanto esiste il quarto potere, cioè l’informazione, la stampa c’è sempre stato un odio/amore fra personaggi famosi e paparazzi. Se non ci fossero i personaggi famosi sarebbero senza lavoro i paparazzi, ma se non si fossero i paparazzi, i “personaggi” non sarebbero “famosi” in quanto nessuno parlerebbe di loro.

E così c’è questo eterno ed inesauribile gioco che a volte ha portato anche a casi al limite della legalità. Si pensi da un lato al caso di Fabrizio Corona in posa sulla porta/finestra di casa durante il periodo di arresti domiciliari, oppure, all’opposto il caso tragico di Lady D (anche se ultimamente alcune fonti ventilerebbero l’ipotesi della “giustizia di stato con interessamento dei servizi di sua maestà): ma torniamo a noi.

E’ rapina aggrava fermare il fotografo e minacciarlo per farsi consegnare la macchina fotografica con la quale ha “sorpreso” il vip: lo ha stabilito la Cassazione penale sez. II sentenza 12.09.2013 n. 37407. I fatti traggono origine dalla “richiesta di consegna della macchina fotografica da più persone; inseguimento dell’auto guidata dal R. da parte della BMW X5 nera guidata dall’U., con gli altri compagni a bordo, blocco della viabilità attraverso il posizionamento di traverso dell’auto sulla carreggiata per interrompere la fuga del R., manovra reiterata in tre occasioni, stante i tentativi del R. di trovare comunque una via di fuga, intimazioni alla consegna della macchina fotografica, abbandono dell’attività violenta nei confronti del R. solo di fronte alla concreta minaccia di quest’ultimo di chiamare i Carabinieri, interesse alla sottrazione della macchina fotografica per impedire la possibile pubblicazione di foto riguardanti la H”

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